Compilai
un form sul sito che COOPI aveva dedicato all’adozione a distanza
(http://adottareadistanza.coopi.org/).
Avevo
letto le varie schede informative sui progetti e su come avrebbe
funzionato il mio rapporto con il bimbo, ma volevo avere notizie più
dirette. Volevo insomma capire con chi avrei dovuto relazionarmi tra
le persone che seguivano il SaD e volevo capire anche che tipo di
rapporto intercorre tra COOPI e i suoi donatori.
La
risposta alla mia domanda arrivò quasi subito, prima una generale un
po’ più formale, ma poco dopo arrivò una mail gentile e diretta
di una delle ragazze che si occupano dei progetti sostenuti. Rispose
a tutti i miei dubbi in modo chiaro ed esaustivo, e così chiesi di
poter avviare un sostegno per un bambino del Perù.
La
scelta non era legata a qualcosa di specifico legato al paese o ai
suoi progetti, ma era l’unico dei paesi sostenuti che mi avrebbe
permesso di scrivere lettere in spagnolo, tutti gli altri avrebbero
richiesto una conoscenza del francese che proprio non avevo.
Inviati
tutti i dati richiesti e mi misi in attesa...
Un
bambino o una bambina stava per entrare nella mia vita e non vedevo
l’ora di sapere chi fosse, di conoscere la sua vita, la sua
famiglia e in quale struttura fosse seguito.
In
quei momenti imparai una delle costanti del sostegno a distanza,
bisogna saper aspettare, perché le notizie non arrivano sempre
quando vorresti, ma bisogna attenderle pazientemente.
In
fondo è un po’ quello che avviene anche nella vita no? Ma si sa,
una delle cose più complesse da imparare è proprio l’attesa...