Torno a casa da una
giornata particolarmente faticosa.
Sono stanca e
dolorante per alcuni problemi di salute, l’unica cosa a cui penso è di riposare
un poco e far calmare le forti fitte che continuano ad arrivarmi sulla schiena.
Arrivata nel
vialetto di casa guardo oltre il portoncino di vetro. Come d’abitudine punto lo
sguardo sulla mia buca delle lettere, anch’essa di vetro, e vedo all’interno
una busta principalmente bianca con l’inconfondibile bordo colorato di verde e
azzurro.
E il mio umore
cambia radicalmente!!!
“Ecco finalmente le
notizie del bimbo o bimba!” esclamo senza aver ancora aperto il portoncino.
C. cammina vicino a
me e mi guarda con un’aria più che altro interrogativa “e come fai a dirlo???”
“Ho visto la
lettera, guarda là dentro” e indico una busta in una buca oltre la porta
davanti a noi.
Poco dopo la busta è
nelle nostre mani “eheheheh eccola qua!”
Arriviamo in casa e
la apriamo insieme. Sono felice che sia arrivata oggi che c’è anche C. con me,
in fondo quella busta è mia tanto quanto sua.
Dentro c’è la foto
di un bambino carinissimo di 6 anni, tutto vestito bene, forse per l’occasione
della foto.
Il suo sguardo mi ricorda
quello della prima foto di Luisa, uno sguardo serio e triste, quasi disilluso.
Il commento di C. racchiude tutte le impressioni in una frase sola:
“Ha lo sguardo di un
bambino che dovrebbe giocare di più!”
Già!
A 6 anni si ha
voglia di giocare con gli amichetti, magari di combinare qualche marachella e
di iniziare ad andare a scuola, anche se come per molti bimbi quella scuola all'inizio sembra quasi un po’ antipatica... perché ruba il tempo al gioco.
Ma in RCA tutto
questo è oscurato non solo dalla povertà e dalle difficoltà della vita
quotidiana... è oscurato dalla guerra...
Leggo la scheda del
piccolo.
Vive in una zona
diversa da quella in cui viveva Abuin. Si trova infatti in un paese ad alcune
ore di auto da Bangui, la capitale.
A quanto leggo in
quest’area l’associazione che lo segue sta portando avanti principalmente un discorso legato all'istruzione, quindi alla scuola e a tutto ciò che può
ruotarle attorno.
Come sempre il
sostegno darà un pacco alimentare mensile al piccolo e alla sua famiglia, e
pagherà le tasse scolastiche, gli stipendi dei docenti e fornirà tutto il
necessario per imparare, come quaderni, lavagnetta, gessi, penne, matite. Oltre
a scarpe e vestiti e un bel completo per lo sport.
Sì lo sport! Che qui
ha ancora quel significato vero e nobile di aggregazione e amicizia tra i
bambini!!! oltre alla sua importanza per la salute ovviamente.
Leggo e rileggo le
informazioni e spero con tutto il cuore che questo piccolo aiuto possa dare a
quel bambino la speranza e la possibilità di diventare un uomo desideroso di pace
e di migliorare la sua stessa vita, quella della sua famiglia, dei suoi amici
e, perché no?, del suo stesso paese!
Come sempre non
scriverò il vero nome del bimbo, ma d’ora in poi lo chiamerò semplicemente
Robi.
Quindi... Ben venuto
Robi!
Siamo veramente onorati
e felici di conoscerti!!!