lunedì 28 luglio 2014

Ed eccola lì

Torno a casa da una giornata particolarmente faticosa.
Sono stanca e dolorante per alcuni problemi di salute, l’unica cosa a cui penso è di riposare un poco e far calmare le forti fitte che continuano ad arrivarmi sulla schiena.
Arrivata nel vialetto di casa guardo oltre il portoncino di vetro. Come d’abitudine punto lo sguardo sulla mia buca delle lettere, anch’essa di vetro, e vedo all’interno una busta principalmente bianca con l’inconfondibile bordo colorato di verde e azzurro.
E il mio umore cambia radicalmente!!!
“Ecco finalmente le notizie del bimbo o bimba!” esclamo senza aver ancora aperto il portoncino.
C. cammina vicino a me e mi guarda con un’aria più che altro interrogativa “e come fai a dirlo???”
“Ho visto la lettera, guarda là dentro” e indico una busta in una buca oltre la porta davanti a noi.
Poco dopo la busta è nelle nostre mani “eheheheh eccola qua!”

Arriviamo in casa e la apriamo insieme. Sono felice che sia arrivata oggi che c’è anche C. con me, in fondo quella busta è mia tanto quanto sua.
Dentro c’è la foto di un bambino carinissimo di 6 anni, tutto vestito bene, forse per l’occasione della foto.
Il suo sguardo mi ricorda quello della prima foto di Luisa, uno sguardo serio e triste, quasi disilluso. Il commento di C. racchiude tutte le impressioni in una frase sola:
Ha lo sguardo di un bambino che dovrebbe giocare di più!
Già!
A 6 anni si ha voglia di giocare con gli amichetti, magari di combinare qualche marachella e di iniziare ad andare a scuola, anche se come per molti bimbi quella scuola all'inizio sembra quasi un po’ antipatica... perché ruba il tempo al gioco.
Ma in RCA tutto questo è oscurato non solo dalla povertà e dalle difficoltà della vita quotidiana... è oscurato dalla guerra...

Leggo la scheda del piccolo.
Vive in una zona diversa da quella in cui viveva Abuin. Si trova infatti in un paese ad alcune ore di auto da Bangui, la capitale.
A quanto leggo in quest’area l’associazione che lo segue sta portando avanti principalmente un discorso legato all'istruzione, quindi alla scuola e a tutto ciò che può ruotarle attorno.
Come sempre il sostegno darà un pacco alimentare mensile al piccolo e alla sua famiglia, e pagherà le tasse scolastiche, gli stipendi dei docenti e fornirà tutto il necessario per imparare, come quaderni, lavagnetta, gessi, penne, matite. Oltre a scarpe e vestiti e un bel completo per lo sport.
Sì lo sport! Che qui ha ancora quel significato vero e nobile di aggregazione e amicizia tra i bambini!!! oltre alla sua importanza per la salute ovviamente.

Leggo e rileggo le informazioni e spero con tutto il cuore che questo piccolo aiuto possa dare a quel bambino la speranza e la possibilità di diventare un uomo desideroso di pace e di migliorare la sua stessa vita, quella della sua famiglia, dei suoi amici e, perché no?, del suo stesso paese!

Come sempre non scriverò il vero nome del bimbo, ma d’ora in poi lo chiamerò semplicemente Robi.
Quindi... Ben venuto Robi!

Siamo veramente onorati e felici di conoscerti!!!

Ed eccola lì... lo sguardo di Robi

domenica 13 luglio 2014

Aspettando di conoscere quel nome

Dopo la notizia della scomparsa di Abuin e la conseguente fine della sua adozione, ho chiesto all'associazione di girare il mio piccolo aiuto ad un altro bambino sempre in Repubblica Centrafricana.
La situazione nel paese è sempre più grave.
Cerco di tenermi un po' aggiornata leggendo le varie notizie che arrivano dalle associazioni che continuano a operare nonostante la guerra e le violenze, ma credo che per chi vive fin dalla nascita in un paese in pace sia praticamente impossibile comprendere appieno le atrocità che vengono commesse in situazioni come quelle in RCA.
I bambini rimasti orfani e quelli “trasformati” in piccoli soldati sono tantissimi. Bambini che dovrebbero preoccuparsi solo di giocare, andare a scuola, sognare, sperare di crearsi una vita serena in un luogo pacifico, si trovano invece a dover diventare uomini e donne cresciuti troppo in fretta, con gli occhi pieni di immagini di morte e dolore.
Come potersi stupire se molti di loro cercano disperatamente la fuga con qualunque mezzo da situazioni del genere???
L'aiuto che possiamo mandare da qui sostenendo le associazioni che, nonostante le aggressioni e il costante pericolo, continuano a cercare di proteggerli e a creare con loro e per loro un po' di pace, è forse un piccolissima goccia... ma comunque sia è un aiuto, forse piccolo e insignificante, ma è un aiuto e anche se solo un persona potrà trarne beneficio allora sarà stato ben utilizzato e avrà avuto senso l'essere stato donato.
Non conosco ancora il nome e la storia del bambino che riceverà il mio piccolo aiuto, non so se quell'aiuto potrà dargli la possibilità di trovare un poco di serenità e protezione permettendogli di ritrovare un po' della sua fanciullezza. Difficile anche solo sperare una cosa del genere per un bambino che vive in un paese dilaniato dalla guerra. Ma per lo meno gli garantirà un pasto e una speranza.
Per il resto posso solo sperare che la follia che sta sconvolgendo la vita di troppi innocenti possa finire e tramutarsi in pace.
Quella pace che noi, che abbiamo il grande privilegio di goderne, diamo così per scontata da essere spesso troppo ciechi per capire chi non ce l'ha.

un piccolissima goccia...