venerdì 8 novembre 2013

L'importanza di quelle lettere

Credo che ci siano moltissimi modi per vivere una adozione a distanza nello stato di madrine/padrini.
Ognuno ha il suo personale modo di porsi nei confronti del bambino.
Lo si può vivere come un rapporto reale di affetto e stima, cercando di rendere grande ogni istante in cui si può avere un contatto con lui/lei, fosse anche solo l'istante in cui si legge un biglietto.
Oppure come una cosa grande che si sta facendo verso la vita, ma che teniamo in un angolo segreto del nostro cuore, leggiamo con piacere gli aggiornamenti e poi andiamo avanti con la nostra giornata.
O ancora come una donazione concreta e diretta verso un bambino, di cui ogni tanto si legge qualche notizia, ma che non coinvolge direttamente la nostra vita.
In qualunque modo viviamo un'adozione a distanza, però, sappiamo che stiamo dando un appoggio materialmente concreto ad un bambino, che forse grazie anche a quell'aiuto potrà diventare un uomo o una donna più consapevole e più forte nel suo affrontare la vita.
Tuttavia c'è una possibilità che abbiamo (se il progetto SaD a cui abbiamo aderito lo consente) per far sì che questo sostegno non sia solo una aiuto pratico, ma anche un sostegno emotivo e affettivo di quel bambino. E questa possibilità è data dalle lettere che possiamo scrivere ed inviargli.
Non importa se lui/lei ci risponderà, non importa se le nostre lettere saranno scritte proprio correttamente nella lingua del bambino, non importa se saranno abbastanza colorate, coinvolgenti o divertenti. L'importante è che quel bambino sappia e senta che c'è una persona nel mondo che è dalla sua parte e che gli vuole bene senza chiedergli nulla in cambio. Che anche se lui non risponde, quella persona continua a volergli bene e a preoccuparsi di lui. Che continua ad apprezzarlo per quello che è... timido... scontroso... arrabbiato... felice... semplicemente lui.
Forse non ci risponderà mai, forse ci risponderà subito, forse ci risponderà dopo anni, quando avrà capito, a forza di leggere le nostre buffe lettere, che può realmente fidarsi. Ma in ogni caso, mentre le leggerà, saprà che per qualcuno è importante.
Quando siamo stati bambini e ragazzi, quante volte abbiamo sentito il bisogno emotivo che qualcuno ci stimasse e amasse, nonostante tutti i nostri difetti? E quante volte una frase gentile detta da qualcuno che ci era caro ci ha strappato un sorriso togliendoci magari da pensieri tristi? Quanto è stato difficile crescere e affrontare l'adolescenza, pur vivendo in un mondo in cui potevamo avere tantissime possibilità?
Una lettera inviata da una madrina/padrino potrebbe regalare allo stesso modo un sorriso a quel bambino.
È vero, potremmo non saperlo mai, ma il non ricevere risposta non significa per forza che quel sorriso non è stato regalato, potrebbe significare solamente che non ci è stato detto.
Quindi anche se non riceveremo mai una lettera dal nostro bimbo a distanza, non perdiamo la possibilità di regalare un sorriso.
Scriviamo... scriviamo... scriviamo... con il cuore aperto perché dalle nostre righe possa pian piano trapelare il sostegno emotivo e affettivo che vogliamo mandargli.
Perché se anche da una sola lettera scaturirà un sorriso alla vita, sarà valsa la pena di aver scritto con testardaggine ogni qual volta ce ne sia stata la possibilità.



venerdì 1 novembre 2013

Visitando la Casa de Panchita

Luisa e il papà sono andati verso casa con la speranza di poter ancora incontrare C., magari proprio a casa loro.
Così C. inizia a girare per la Casa de Panchita, accompagnato dalla signora Blanca, presidente de l’Asociación Grupo de Trabajo Redes, da Sofia, coordinatrice de La Casa de Panchita, da Sammy, studente di sociolologia e che si occupa della collaborazione tra la CdP e il progetto SaD di COOPI, e da Max, il responsabile per il progetto SaDdi COOPI in Perù.
Orgogliosamente, e devo dire a ragion veduta, la signora Blanca gli racconta le attività del centro e gli regala una tazza con il loro logo, da portare a casa come ricordo.
Mentre gira per le sale, vede anche che vari corsi sono in fase di svolgimento, tra cui uno di pittura, uno di cucina e uno di puericultura.
Inoltre gli spiegano l'attività che la AGTR svolge per le donne e ragazze che lavorano come lavoratrici domestiche. Principalmente il dare loro quelle conoscenze e quel sostegno necessario per ottenere buone garanzie di rispetto e correttezza da parte dei loro datori di lavoro, e in primo luogo la sicurezza del rispetto dei loro diritti di lavoratrici.

Conosco C. da un po’ di anni e so che non è una persona facile ad entusiasmi… ecco perché quando leggo “è veramente una bellissima struttura, organizzata molto bene, devo dire che ho avuto davvero un’ottima impressione… e poi la signora Blanca è veramente un mito, una persona straordinaria” sono certa che non si tratta di frasi di circostanza, ma di una reazione sincera ad una struttura che lo ha colpito favorevolmente e gli ha lasciato addosso una sensazione decisamente positiva.

Sono davvero felice che Luisa abbia potuto incontrare sul suo cammino persone così brave, che l’aiutano passo passo ad entrare nel mondo, non da bambina a rischio di sfruttamento, ma da donna consapevole capace di crearsi il suo posto e di ottenere il rispetto che merita.

la signora Blanca, Sofia, Sammy e Max
da sinistra: la signora Blanca, Sofia, Sammy e Max