Apro
la posta e finalmente trovo la mail con quel titolo tanto desiderato:
“Guarda chi ho incontrato oggi”.
Mi
fiondo sugli allegati e vedo la foto di Luisa, seduta vicino al suo
papà, tutti e due sorridenti.
Lo
sguardo di Luisa è inconfondibile... dolcissimo!
Scorro
tra le foto e poi leggo cos’è successo durante la giornata.
È
domenica, ma non una domenica qualsiasi, è la domenica in cui COOPI
distribuisce alla Casa de Panchita dei pacchi di alimenti per il
sostegno delle famiglie delle ragazze seguite dalla struttura.
Così
Luisa e il suo papà sono andati insieme al centro per ritirare il
proprio pacchetto... e non solo...
Nel
frattempo C. si incontra con Max, il responsabile del SaD di COOPI,
in una via vicina al centro. Qualche parola, qualche foto davanti
alla struttura e poi entrano.
Ad
aspettarli, seduti attorno ad un tavolo ci sono proprio Luisa e il
papà, tutti sorridenti.
Dal
racconto di C. ho la conferma di cosa avevo intuito dalle lettere che
avevo ricevuto in questi anni: Luisa è una ragazzina dolcissima e
timida, e ci impiega un po’ prima di iniziare a raccontare qualcosa
arrossendo alle domande.
Racconta
un po’ di più il papà, parlando del lavoro e della loro vita.
Anche qui l’impressione è nuovamente confermata: una persona
estremamente buona, che ama i propri figli e li segue con dedizione.
C.
mi riporta una frase del papà “il mio rammarico è il non aver
potuto studiare, però i miei figli spero che possano farlo”.
Di
certo deve quindi essere molto orgoglioso di Luisa, che ama la scuola
e si impegna al massimo, come ho avuto modo di vedere dalle pagelle
che mi erano state mandate.
Dopo
ancora un po’ di chiacchiere, il mio regalino consegnato a Luisa
insieme a delle foto, la sua curiosità di sapere dove fossero state
scattate e tante sue domande su questa madrina che le vuole bene e
che ormai l’accompagna da alcuni anni… ecco il momento dei
saluti.
“le
ho teso la mano per salutarla” mi scrive C. “ma nonostante fosse
molto timida, mi ha abbracciato forte e mi ha detto che questo
abbraccio era per te e che dovevo riportartelo.”