lunedì 30 maggio 2011

Il CRHAM (Centre de Réhabilitation pour les Handicapés Moteurs)

Ovviamente anche in questo caso, come avevo fatto per Luisa, cerco di capire bene cosa sia il centro che assiste Abuin.
La struttura si chiama CRHAM e questa è la descrizione che trovo sul sito di COOPI:
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bambini al CRHAM
foto di COOPI
Il CRHAM (Centre de Réhabilitation pour les Handicapés Moteurs) si occupa di migliorare le condizioni di vita di bambini e ragazzi portatori di handicap motori. E' stato avviato da COOPI poiché non esisteva nel paese una struttura che si occupasse di rieducazione funzionale a favore delle persone disabili. Realizza anche interventi chirurgici e fornisce apparecchi ortopedici.
Dal 2006 COOPI sostiene il Crham attraverso il sostegno a distanza: garantisce ai bambini cibo e cure mediche.
CRHAM
foto di COOPI
Dal 2011 copre anche i costi legati all'istruzione, fondamentale per il reinserimento sociale dei bambini. All'interno del Centro è presente anche una "classe speciale" dedicata ai bambini dell'asilo con grossi handicap sia fisici sia mentali.

Infine, il Crham porta avanti un grande lavoro di sensibilizzazione presso le famiglie e la comunità per promuovere i diritti dei bambini portatori di handicap e spronare le famiglie ad occuparsene.
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In questo stesso periodo viene presentato un altro appello urgente, ma in questo caso è per il centro stesso. Vengono infatti chiesti degli aiuti per poter comprare nuove attrezzature per le riabilitazioni e le fisioterapie.
Servono cubi per insegnare ai bambini a fare gli scalini... aste di legno parallele per insegnare a camminare... deambulatori per aiutare i bambini a trovare l'equilibrio e imparare pian piano a camminare... supporti verticali per chi non può muovere gli arti inferiori... supporti per la schiena che permette ai bambini mantenere una posizione verticale... macchine da scrivere per aiutare i bambini con IMC (immunodeficienza cerebrale) a sviluppare le loro capacità cerebrali e il controllo e le capacità di presa della mano.

E così, mentre racconto agli amici che nella mia vita è arrivato un altro dolce ragazzino, parlo anche della struttura e diffondo la voce sull’appello. Chissà che anche questa volta il raccontare porti a risultati positivi e nuovi aiuti. Speriamo!!!

Scheda CRHAM

mercoledì 25 maggio 2011

Abuin

La scheda di Abuin (come ho già detto non è il suo vero nome) arriva dopo qualche settimana, durante le quali ho costantemente monitorato ansiosamente la buca delle lettere.
Sì certo, per Abuin l’attesa è diversa da quella per la prima comunicazione di Luisa. Per lei non sapevo nulla, non conoscevo il suo progetto, il suo nome, insomma niente di niente. Mentre di Abuin so già molto grazie alle informazioni dell’appello urgente. Ma in realtà questo non cambia molto nell’attesa, perché ci tenevo tantissimo a veder la sua foto e soprattutto ad avere la certezza che le sue cure stessero continuando senza interruzioni o problemi vari.
Finalmente... eccola nelle me mani!
Leggo i vari problemi di salute che lo han colpito fin dalla nascita e son felice di capire che grazie alla fisioterapia e alla rieducazione funzionale ha avuto un po’ di miglioramenti, come lo stare in piedi da solo, il camminare un poco o il riuscir a tenere in mano degli oggetti.
Sembrano piccole cose, ma sono di sicuro immensamente importanti per lui e per i suoi genitori che lo curano e lo amano.
Cerco dei video di COOPI dove spiegano un poco la situazione dei bambini in Repubblica Centrafricana e spero che spieghino anche un poco cosa significa la vita nel paese per un bambino disabile.
Fortunatamente trovo risposta con un video chiaro e diretto che mi aiuta davvero a capir qual cosina di più:

Più mi informo e più sono contenta di aver potuto rispondere all’appello e non finirò mai di ringraziare il mio ragazzo per aver voluto partecipare e aiutarmi.
GRAZIE!

Scheda Abuin e progetto

venerdì 6 maggio 2011

A volte è utile non avere pazienza

Gli aggiornamenti arrivano due volte l’anno, a febbraio e a luglio, ma quando viene avviato un nuovo SaD il primo aggiornamento standard salta.
Infatti la prima lettera arriva nel momento in cui viene attivato il sostegno e quindi è difficile che da quel momento all’aggiornamento standard ci siano abbastanza notizie nuove.
Quindi i mesi passano e io devo aspettare.
Ho ormai letto tutto quello che ho potuto trovare sui vari siti di COOPI, ho visto tutte le foto e i filmati, e sinceramente sto anche cercando di leggere (con scarsi risultati purtroppo) un giornale del Perù per capire cosa accada nella nazione...
Lo dico chiaramente...
SONO IMPAZIENTE!
E così mi metto a leggere tutti gli appelli speciali che appaiono sul sito dell’associazione. Tra questi ne trovo uno che mi colpisce non poco.
Parla di un bambino (in realtà anche lui ragazzino) affetto da paralisi cerebrale, ritardo mentale e deformazione dei 4 arti.
Vive a Bangui, in Repubblica Centrafricana, e frequenta il centro Chram dove segue sedute di fisioterapia e rieducazione funzionale. Fin qui tutto bene, ma il problema e che i genitori stanno avendo sempre maggiori difficoltà economiche per fargli continuare queste sedute e quindi il rischio di interromperle sta diventando sempre più concreto.
Non so dire perché di tutti gli appelli questo mi colpisca tanto, ma inizio ad immaginarlo da solo, nella sua casa, a guardare il mondo che scorre fuori e senza poterne prendere parte.
Mi immagino la paura dei genitori, per quel figlio con problemi tanto gravi, e sono certa che gli siano estremamente legati perché non lo han abbandonato come spesso purtroppo capita. Gli stanno vicini e fan sacrifici per potergli permettere di seguire terapie e cure.
Ma il problema è che da sola non ce la posso fare a sostenerlo.
Sì è vero, mia mamma mi aiuta per il sostegno di Luisa, ma aggiungere un’altra quota completa mi è davvero impossibile.
Così prendo il link dell’appello e lo invio al mio ragazzo, con una domanda chiara “ti va di adottarlo a distanza con me?” in fondo chiedere non costa nulla, ma il risultato potrebbe essere importante.
La risposta mi stupisce e decisamente in positivo. Infatti senza obiezioni, dubbi sollevati o critiche arrivano queste parole “sì, perché no, si può fare, ok!”
Ne parliamo ancora un po’ e poi scrivo a COOPI chiedendo se l’appello fosse ancora aperto e se potessimo attivarci noi.
La risposta è positiva e l’appello viene chiuso di lì a poco!

Io mi rimetto in attesa e aspetto la scheda di Abuin (questo è il nome inventato che avevano dato al bambino nell’appello e quello con cui lo chiamerò qui d’ora in poi).

Appello Abuin