venerdì 6 maggio 2011

A volte è utile non avere pazienza

Gli aggiornamenti arrivano due volte l’anno, a febbraio e a luglio, ma quando viene avviato un nuovo SaD il primo aggiornamento standard salta.
Infatti la prima lettera arriva nel momento in cui viene attivato il sostegno e quindi è difficile che da quel momento all’aggiornamento standard ci siano abbastanza notizie nuove.
Quindi i mesi passano e io devo aspettare.
Ho ormai letto tutto quello che ho potuto trovare sui vari siti di COOPI, ho visto tutte le foto e i filmati, e sinceramente sto anche cercando di leggere (con scarsi risultati purtroppo) un giornale del Perù per capire cosa accada nella nazione...
Lo dico chiaramente...
SONO IMPAZIENTE!
E così mi metto a leggere tutti gli appelli speciali che appaiono sul sito dell’associazione. Tra questi ne trovo uno che mi colpisce non poco.
Parla di un bambino (in realtà anche lui ragazzino) affetto da paralisi cerebrale, ritardo mentale e deformazione dei 4 arti.
Vive a Bangui, in Repubblica Centrafricana, e frequenta il centro Chram dove segue sedute di fisioterapia e rieducazione funzionale. Fin qui tutto bene, ma il problema e che i genitori stanno avendo sempre maggiori difficoltà economiche per fargli continuare queste sedute e quindi il rischio di interromperle sta diventando sempre più concreto.
Non so dire perché di tutti gli appelli questo mi colpisca tanto, ma inizio ad immaginarlo da solo, nella sua casa, a guardare il mondo che scorre fuori e senza poterne prendere parte.
Mi immagino la paura dei genitori, per quel figlio con problemi tanto gravi, e sono certa che gli siano estremamente legati perché non lo han abbandonato come spesso purtroppo capita. Gli stanno vicini e fan sacrifici per potergli permettere di seguire terapie e cure.
Ma il problema è che da sola non ce la posso fare a sostenerlo.
Sì è vero, mia mamma mi aiuta per il sostegno di Luisa, ma aggiungere un’altra quota completa mi è davvero impossibile.
Così prendo il link dell’appello e lo invio al mio ragazzo, con una domanda chiara “ti va di adottarlo a distanza con me?” in fondo chiedere non costa nulla, ma il risultato potrebbe essere importante.
La risposta mi stupisce e decisamente in positivo. Infatti senza obiezioni, dubbi sollevati o critiche arrivano queste parole “sì, perché no, si può fare, ok!”
Ne parliamo ancora un po’ e poi scrivo a COOPI chiedendo se l’appello fosse ancora aperto e se potessimo attivarci noi.
La risposta è positiva e l’appello viene chiuso di lì a poco!

Io mi rimetto in attesa e aspetto la scheda di Abuin (questo è il nome inventato che avevano dato al bambino nell’appello e quello con cui lo chiamerò qui d’ora in poi).

Appello Abuin

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