La
situazione in Repubblica Centrafricana è purtroppo peggiorata
drasticamente.
Cerco
il più possibile notizie sui siti di COOPI o altre associazioni come
Emergency (che stimo moltissimo) e seguo le loro pagine facebook per
vedere se aggiungono notizie aggiornate.
Lo
scorso 24 marzo i ribelli sono entrati a Bangui. Moltissime sedi di
associazioni sono state assaltate, ma da quanto ho compreso la sede
di COOPI e i loro centri sono stati risparmiati, tuttavia i
cooperanti hanno dovuto evacuare la città e rifugiarsi
precipitosamente a Bétou, una cittadina in Congo Brazzaville, sulle
sponde del fiume l’O bangui che separa il Congo Brazzaville dalla
RCA e dalla RDC.
Leggo
tutta la testimonianza di Benedetta Di Cintio sull’evacuazione con
grande apprensione e continuo a seguire gli aggiornamenti che arrivano abbastanza
repentini in questi giorni.
Poco
dopo la testimonianza sull’evacuazione, trovo anche la
testimonianza di Natacha, responsabile dei progetti di sostegno a
distanza
di COOPI in RCA.
Ci
sono frasi che mi fanno tirare un sospiro di sollievo come questa:
«
Ho subito chiamato i responsabili di ogni struttura. Stanno tutti
bene : per fortuna nessuno dei nostri Centri è stato saccheggiato »
Ma
ce ne sono anche molte altre che mi preoccupano non poco:
«
la mattina di domenica 24 marzo, i ribelli sono entrati a Bangui ; la
popolazione attonita li osservava dirigersi a piedi o sui camion
verso il palazzo residenziale e nel giro di poco è iniziato il
terrore: tiri di arma da fuoco, negozi e case saccheggiate, morti e
feriti. »
Penso
al terrore della gente che si sta vedendo cadere addosso il mondo; sì
certo, ci sono già passati altre volte in situazioni del genere, ma
credo che alla paura della guerra non ci si abitui mai, anzi.
Soprattutto
penso a Abuin, che vive proprio a Bangui con i genitori, penso al
fatto che non può camminare, se non pochissimo e molto lentamente.
Come potrebbe mettersi in salvo dalle aggressioni e dalle razzie? E
penso ai suoi genitori, che nonostante le enormi difficoltà per una
famiglia con un figlio disabile, han sempre cercato di aiutarlo a
stare bene e a vivere con dignità. Certo non lo lasceranno nemmeno
ora e affronteranno i pericoli in Bangui.
«
abbiamo vissuto momenti di panico: siamo rimasti senza acqua né
elettricità per tre giorni, chiusi in casa per la paura e,
nonostante il capo dei ribelli avesse comandato di non sparare alla
popolazione, diversi colpi sono partiti ferendo molte persone e
facendo anche alcuni morti.
[...]
Non è la prima volta che viviamo un Colpo di Stato e ogni volta il
Paese ritorna al suo stato primitivo. Per ora i ribelli non sono
ancora disarmati e in città fanno quello che vogliono; piano piano
si sta tornando al lavoro ma abbiamo ancora paura di uscire di casa.
Per
fortuna, tutto è successo nel periodo delle vacanze di Pasqua e i
bambini sono ancora a casa »
Aspetterò
ancora qualche giorno, poi in caso chiederò qualche informazione
specifica su Abuin e sui bambini seguiti dal Crham. Sono tutti
bambini con disabilità e questo li rende ancora più vulnerabili in
questa terribile situazione...
Oggi
però è arrivata anche una buona notizia: finalmente ecco le notizie
sulla salute di Luisa.
A
quanto pare le cure sono servite perché sta molto meglio e non ha
più i problemi di emicrania.
Questa
volta niente foto o lettere, ma un disegno bellissimo.
Luisa
si è rappresentata felice e sorridente in mezzo a me e a mia mamma e
ci tiene per mano.
Grazie
Luisa!