È
stato poco più di un anno fa che scrissi il testo
“Quella risposta in una tazza di thé”, e ora mi trovo di nuovo a
guardare una bella tazza fumante e a trovarci dentro delle nuove
risposte, o meglio delle nuove conferme.
Questa
nuova tazza è però un po' più particolare della prima, perché è
la tazza che mi ha portato C. dopo la sua visita a La Casa de Panchita dello scorso ottobre.
Oltre
ad essere bella e, almeno per me, affettivamente coinvolgente,
racchiude tutto ciò che C. ha potuto vedere e constatare durante la
sua visita. E tutto ciò è per me la conferma che ogni informazione
che COOPI mi ha dato in questi anni è veritiera fino all'ultima
virgola.
Perché
si sa, la paura costante di ogni donatore è che le informazioni che
arrivano non siano sempre reali, perché in fondo, quando si diventa
donatori di una associazione si fa verso quella associazione una
specie di patto di fiducia.
Come
poter verificare come vengono utilizzati i fondi, se non credendo
alle loro notifiche? E come poter toccare con mano i progetti e i
beneficiari per poter avere la certezza che vengano seguiti
esattamente come ci viene riportato?
Spesso
la risposta a questi dubbi è nel conoscere le persone che lavorano
all'interno dell'associazione e creare con loro un rapporto di
fiducia e amicizia che ti rassicura.
Ma
poi, ogni tanto, si verificano quelle casualità della vita che ti
portano a toccare con mano tutto quello a cui hai dato fiducia e in
cui hai creduto un po'... ciecamente.
E così ti trovi a incontrare (direttamente o tramite persona fidata) la ragazzina che sostieni, a conoscerla e capire che lei ti è
affezionata, che ha sempre ricevuto tutte le tue lettere e che quelle
lettere han creato in lei un legame profondo e tenero nei tuoi
confronti.
Ti
trovi a incontrare anche il suo papà, a parlargli, a sentirgli
raccontare della loro vita e vedere che ogni parola coincide con
tutte le informazioni che l'associazione ti ha sempre riportato negli
aggiornamenti semestrali. Nessuna invenzione o omissione,
semplicemente la verità raccontata nella sua semplicità.
E ancora ti trovi a vedere la struttura che ospita, segue e aiuta
quella ragazzina a cui sei tanto legata. Vedi le stanze, i corsi che
vengono portati avanti, senti i racconti di chi in quella realtà ha
creduto e per quella realtà ha lottato, creando uno spazio di aiuto
e speranza per tante persone bisognose.
E
poi un giorno ti fermi, prepari un semplice thé, lo versi dentro
quella tazza che ti han regalato proprio a La Casa de Panchita, e
mentre lo sorseggi, chiudi gli occhi e rivedi tutto ciò che hai
toccato con mano e che ti ha portato quell'unica, singola, vera
certezza che ti premeva avere:
il
sapere che la tua fiducia è stata ottimamente riposta e che in
questi anni le tue scelte hanno portato esattamente al risultato che
avevi sperato!
Quel
semplice thé, in quella bella tazza che arriva da lontano, ha così
quel gusto dolce e buono della serenità.