sabato 21 dicembre 2013

Quanto parlano le tazze di thé...

È stato poco più di un anno fa che scrissi il testo “Quella risposta in una tazza di thé”, e ora mi trovo di nuovo a guardare una bella tazza fumante e a trovarci dentro delle nuove risposte, o meglio delle nuove conferme.
Questa nuova tazza è però un po' più particolare della prima, perché è la tazza che mi ha portato C. dopo la sua visita a La Casa de Panchita dello scorso ottobre.
Oltre ad essere bella e, almeno per me, affettivamente coinvolgente, racchiude tutto ciò che C. ha potuto vedere e constatare durante la sua visita. E tutto ciò è per me la conferma che ogni informazione che COOPI mi ha dato in questi anni è veritiera fino all'ultima virgola.
Perché si sa, la paura costante di ogni donatore è che le informazioni che arrivano non siano sempre reali, perché in fondo, quando si diventa donatori di una associazione si fa verso quella associazione una specie di patto di fiducia.
Come poter verificare come vengono utilizzati i fondi, se non credendo alle loro notifiche? E come poter toccare con mano i progetti e i beneficiari per poter avere la certezza che vengano seguiti esattamente come ci viene riportato?
Spesso la risposta a questi dubbi è nel conoscere le persone che lavorano all'interno dell'associazione e creare con loro un rapporto di fiducia e amicizia che ti rassicura.
Ma poi, ogni tanto, si verificano quelle casualità della vita che ti portano a toccare con mano tutto quello a cui hai dato fiducia e in cui hai creduto un po'... ciecamente.
E così ti trovi a incontrare (direttamente o tramite persona fidata) la ragazzina che sostieni, a conoscerla e capire che lei ti è affezionata, che ha sempre ricevuto tutte le tue lettere e che quelle lettere han creato in lei un legame profondo e tenero nei tuoi confronti.
Ti trovi a incontrare anche il suo papà, a parlargli, a sentirgli raccontare della loro vita e vedere che ogni parola coincide con tutte le informazioni che l'associazione ti ha sempre riportato negli aggiornamenti semestrali. Nessuna invenzione o omissione, semplicemente la verità raccontata nella sua semplicità.
E ancora ti trovi a vedere la struttura che ospita, segue e aiuta quella ragazzina a cui sei tanto legata. Vedi le stanze, i corsi che vengono portati avanti, senti i racconti di chi in quella realtà ha creduto e per quella realtà ha lottato, creando uno spazio di aiuto e speranza per tante persone bisognose.

E poi un giorno ti fermi, prepari un semplice thé, lo versi dentro quella tazza che ti han regalato proprio a La Casa de Panchita, e mentre lo sorseggi, chiudi gli occhi e rivedi tutto ciò che hai toccato con mano e che ti ha portato quell'unica, singola, vera certezza che ti premeva avere:
il sapere che la tua fiducia è stata ottimamente riposta e che in questi anni le tue scelte hanno portato esattamente al risultato che avevi sperato!

Quel semplice thé, in quella bella tazza che arriva da lontano, ha così quel gusto dolce e buono della serenità.

Quanto parlano le tazze di thé...

venerdì 13 dicembre 2013

Aggiornamenti in arrivo...

Gli aggiornamenti stanno quasi per arrivare... sono già stati annunciati sul sito dell'associazione:
«Dall’Uganda, dall’Etiopia, dal Senegal, dalla Repubblica Centrafricana, dalla Repubblica Democratica del Congo, dal Perù, da Haiti e dalla Sierra Leone sono arrivate le ultime notizie dai nostri progetti.
A dicembre riceverete la foto del bambino che sostenete con le informazioni sulle attività che si sono svolte quest’anno.
Buona lettura!»

Sono molto curiosa di ricevere questo aggiornamento perché è il secondo dopo il cambiamento della gestione delle comunicazioni di cui eravamo stati avvisati questa estate.
Di solito ogni aggiornamento conteneva sempre le informazioni sul progetto in cui il bambino era inserito, quelle su bambino stesso, la sua foto e magari i suoi disegni e lettere. Ma d'ora in poi queste informazioni arriveranno divise:
- aggiornamento estivo sul bimbo, con le sue lettere e i suoi disegni
- aggiornamento invernale con foto del bambino e informazioni sul progetto inquadrato nella società in cui vive, nel tentavo di far comprendere maggiormente cosa significano i progetti all’interno della comunità.

Questo vuol dire che nelle buste che stanno arrivando non ci saranno notizie specifiche sui miei ragazzini e nemmeno loro disegni o lettere, ma ci sarà una foto e poi delle informazioni sulle strutture che li accolgono e spero anche sull'ambiente circostante, così da poter capire meglio come sia il contesto sociale in cui vivono.

Ovviamente per me questo aggiornamento è molto particolare, sia per Luisa, che per Abuin.
Per Luisa perché è il primo aggiornamento che arriverà dopo che c'è stato l'incontro con lei e il papà e C. che, essendo andato a Lima per lavoro, ha accettato di incontrarli per me, portarle un mio piccolo dono e una lettera, raccontarle che quella madrina a distanza è reale e le vuole bene, e non è solo una persona lontana che le permette di andare a scuola e vivere in un ambiente più protetto.
Per Abuin perché la situazione sociale del suo paese è tremendamente precipitata, come ho spesso raccontato. Purtroppo so però che l'aggiornamento su di lui, nonostante sia di poco tempo fa, è già drasticamente vecchio. La situazione di emergenza umanitaria e guerra che ha sconvolto l'RCA ha fatto sì che in meno di una settimana tutto cambiasse in peggio e le notizie che arrivano, anche se la situazione sembra un poco più calma negli ultimissimi giorni, sono sempre drammatiche e soprattutto sporadiche. Ma come poter chiedere più notizie specifiche su un singolo ragazzo, quando anche solo ricevere notizie generali è difficile?
L'unica cosa da fare è aspettare, come sempre, sperando che le notizie che arriveranno saranno positive.


Aggiornamenti in arrivo...

domenica 8 dicembre 2013

Natale si avvicina

In questi giorni leggo spesso le notizie che arrivano da Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana. Sui siti di COOPI e Emergency si trovano aggiornamenti praticamente giornalieri, anzi a volte anche più aggiornamenti in una stessa giornata.

Nel frattempo però trovo anche altre notizie utili e per fortuna più serene.
Con l'avvicinarsi del Natale ogni centro del Sostegno a Distanza cerca di organizzare per i propri piccoli ospiti la consegna di doni che permettano loro di festeggiare felicemente e serenamente.
Per ogni centro c'è un regalo diverso, in base a cosa è stato chiesto dai bambini stessi o alle loro necessità principali.
Visto che non è possibile mandare regali ai bambini durante l'anno, questa è una occasione ottima per far arrivare loro un piccolo dono che li renda felici e che permetta di dimenticare per qualche istante i possibili problemi della vita quotidiana.
Ovviamente questo regalo è una possibilità, non un obbligo e ogni padrino può scegliere liberamente se partecipare oppure no al regalo di Natale... non dico quale sia la mia scelta in merito... tanto sono certa che l'abbiate già intuita !
In ogni caso, il primo Natale del mio stato di madrina, anche su questa gestione dei regali avevo chiesto qualche delucidazione all'associazione. Volevo infatti capire cosa avvenisse se solo qualche bambino avesse ricevuto il dono natalizio del proprio padrino. Ero certa che i centri non avrebbero permesso che si venissero a creare delle differenze, soprattutto in un giorno speciale come il Natale, ma non avevo idea di come fosse gestita la cosa ed ero molto incuriosita.
La risposta che ricevetti fu come sempre esauriente e... paziente... perché devo ammettere che a volte ce ne vuole di pazienza per sopportare una madrina curiosa come me...
comunque...
Il succo della risposta era questo, in caso non fosse stata raggiunta la cifra necessaria per il regalo ipotizzato, questo veniva cambiato all'ultimo con un altro regalo un po' meno costoso, ma sempre utile e soprattutto in grado di portare gioia a tutti i bambini delle strutture, nessuno escluso.
Comunque è di quest'anno una nota aggiuntiva alla fine della lista dei desideri dei bambini:
"Le cifre indicate prevedono l’acquisto di un dono per due bambini: quello che sostieni e un amichetto dello stesso centro/scuola che non è sostenuto a distanza.”
e personalmente trovo questa cosa veramente bellissima per una festa che dovrebbe racchiudere in se il piacere e il desiderio dell'amore e della condivisione.

Spero che questi doni portino un po' di gioia e di speranza nei cuori di questi bambini troppo duramente provati dalle difficoltà della vita nonostante la loro giovane età.
Immagino l'allegria di Luisa nel ricevere i libri che si stanno raccogliendo per la Casa de Panchita, la immagino divorarli felice di poter passare ore serene persa nei mondi della letteratura.
E immagino anche Abuin, con le sue scarpe nuove, muovere i suoi pochi passi in una città che spero sarà nuovamente sicura e a prova di bambino, sia esso sano e forte, o fragile e bisognoso di cure, proprio come Abuin.


Natale e Sad

domenica 1 dicembre 2013

Aggiornamenti dalla Repubblica Centrafricana

Leggo preoccupata e vado a cercare se trovo nuove testimonianze sul sito di COOPI e trovo un aggiornamento dello scorso 29 novembre.
Sono preoccupata e arrabbiata allo stesso tempo. Ogni giorno la televisione parla di guerre, scontri e morti in giro per il mondo. Siamo quasi assuefatti a queste notizie, come se la guerra fosse un naturale evento della vita.
Poi un giorno ti trovi ad aspettare notizie di un ragazzino che conosci e a cui vuoi bene. Sai che vive proprio lì a Bangui, in mezzo agli scontri e le violenze e quella assuefazione da notizia ricorrente sparisce di colpo.

Proprio in questi giorni sto leggendo il libro di Gino Strada “Pappagalli verdi”.
Me lo aveva regalato un amico tempo fa, ma non avevo ancora avuto il coraggio di leggerlo. Non ne so il perché, forse è per quella paura di dover aprire gli occhi sempre più su realtà che non si vorrebbe esistessero. Comunque sia, e nonostante le varie motivazioni inutili, ora lo sto leggendo e questo serve molto di più dello star lì a chiedersi come mai non lo si è fatto prima.
Nel libro non ci sono racconti vissuti in RCA, ma poco importa, se si parla di Afghanistan, Ruanda, Vietnam, Kurdistan, Perù, Gibuti, … la violenza colpisce sempre i più deboli, i bambini, le donne, i vecchi, gli uomini che volevano solo vivere in pace del loro lavoro.
Nel libro non si parla della RCA, ma leggendolo so che tutti i fatti lì narrati potrebbero essere capitati e capitare tuttora proprio in RCA... aggressioni, morti, bambini vestiti da soldato che uccidono i loro stessi fratelli e genitori in una follia collettiva a cui, per quanto mi sforzi, non riesco a dare una motivazione.
Leggo le pagine del libro e non posso far altro che pensare continuamente ad Abuin, ai suoi genitori, al banchetto che la mamma tiene davanti la porta di casa per guadagnar quel che permetterà loro di vivere e a Abuin, che nonostante i suoi problemi di salute si impegna ad aiutarla controllando la merce ben esposta sul tavolo.
Mi chiedo cosa pensi Abuin di quello che gli sta succedendo attorno. Cosa possa comprendere di tutta quella follia insensata, dei colpi delle armi, dei morti per le strade.
Mi chiedo se sia ancora nella sua casa o sia riuscito a fuggire nella foresta come in tantissimi sono stati costretti a fare.
Mi chiedo se abbiano potuto trasportarlo via, al sicuro, perché lui non è in grado che a fare pochi piccoli passi, figuriamoci a correre per salvarsi la vita.

Mi chiedo, mi chiedo, mi chiedo... e mi rendo conto di quanto sia assurda questa situazione. Di quanto siano inutili e sterili questa lotte per il potere che ogni giorno mietono vittime in ogni parte del mondo... e le mietono tra chi non ne può nulla, tra chi cercava solo di vivere una vita dignitosa e serena.
Nell'ultima pagina del libro c'è una frase che mostra il risultato di questa follia:
Nei conflitti di oggi, più del novanta per cento delle vittime sono civili. Migliaia di donne, di bambini, di uomini inermi sono uccisi ogni anno nel mondo. Molti di più sono i feriti e i mutilati.”

Non c'è molto da commentare ancora.
Chiudo il libro e non posso far altro che aspettare che arrivino nuove notizie di Abuin, sperando che sia salvo, e con lui i suoi genitori.

la pace e la serenità che dovrebbero avere i bambini in RCA...
foto di COOPI

venerdì 8 novembre 2013

L'importanza di quelle lettere

Credo che ci siano moltissimi modi per vivere una adozione a distanza nello stato di madrine/padrini.
Ognuno ha il suo personale modo di porsi nei confronti del bambino.
Lo si può vivere come un rapporto reale di affetto e stima, cercando di rendere grande ogni istante in cui si può avere un contatto con lui/lei, fosse anche solo l'istante in cui si legge un biglietto.
Oppure come una cosa grande che si sta facendo verso la vita, ma che teniamo in un angolo segreto del nostro cuore, leggiamo con piacere gli aggiornamenti e poi andiamo avanti con la nostra giornata.
O ancora come una donazione concreta e diretta verso un bambino, di cui ogni tanto si legge qualche notizia, ma che non coinvolge direttamente la nostra vita.
In qualunque modo viviamo un'adozione a distanza, però, sappiamo che stiamo dando un appoggio materialmente concreto ad un bambino, che forse grazie anche a quell'aiuto potrà diventare un uomo o una donna più consapevole e più forte nel suo affrontare la vita.
Tuttavia c'è una possibilità che abbiamo (se il progetto SaD a cui abbiamo aderito lo consente) per far sì che questo sostegno non sia solo una aiuto pratico, ma anche un sostegno emotivo e affettivo di quel bambino. E questa possibilità è data dalle lettere che possiamo scrivere ed inviargli.
Non importa se lui/lei ci risponderà, non importa se le nostre lettere saranno scritte proprio correttamente nella lingua del bambino, non importa se saranno abbastanza colorate, coinvolgenti o divertenti. L'importante è che quel bambino sappia e senta che c'è una persona nel mondo che è dalla sua parte e che gli vuole bene senza chiedergli nulla in cambio. Che anche se lui non risponde, quella persona continua a volergli bene e a preoccuparsi di lui. Che continua ad apprezzarlo per quello che è... timido... scontroso... arrabbiato... felice... semplicemente lui.
Forse non ci risponderà mai, forse ci risponderà subito, forse ci risponderà dopo anni, quando avrà capito, a forza di leggere le nostre buffe lettere, che può realmente fidarsi. Ma in ogni caso, mentre le leggerà, saprà che per qualcuno è importante.
Quando siamo stati bambini e ragazzi, quante volte abbiamo sentito il bisogno emotivo che qualcuno ci stimasse e amasse, nonostante tutti i nostri difetti? E quante volte una frase gentile detta da qualcuno che ci era caro ci ha strappato un sorriso togliendoci magari da pensieri tristi? Quanto è stato difficile crescere e affrontare l'adolescenza, pur vivendo in un mondo in cui potevamo avere tantissime possibilità?
Una lettera inviata da una madrina/padrino potrebbe regalare allo stesso modo un sorriso a quel bambino.
È vero, potremmo non saperlo mai, ma il non ricevere risposta non significa per forza che quel sorriso non è stato regalato, potrebbe significare solamente che non ci è stato detto.
Quindi anche se non riceveremo mai una lettera dal nostro bimbo a distanza, non perdiamo la possibilità di regalare un sorriso.
Scriviamo... scriviamo... scriviamo... con il cuore aperto perché dalle nostre righe possa pian piano trapelare il sostegno emotivo e affettivo che vogliamo mandargli.
Perché se anche da una sola lettera scaturirà un sorriso alla vita, sarà valsa la pena di aver scritto con testardaggine ogni qual volta ce ne sia stata la possibilità.



venerdì 1 novembre 2013

Visitando la Casa de Panchita

Luisa e il papà sono andati verso casa con la speranza di poter ancora incontrare C., magari proprio a casa loro.
Così C. inizia a girare per la Casa de Panchita, accompagnato dalla signora Blanca, presidente de l’Asociación Grupo de Trabajo Redes, da Sofia, coordinatrice de La Casa de Panchita, da Sammy, studente di sociolologia e che si occupa della collaborazione tra la CdP e il progetto SaD di COOPI, e da Max, il responsabile per il progetto SaDdi COOPI in Perù.
Orgogliosamente, e devo dire a ragion veduta, la signora Blanca gli racconta le attività del centro e gli regala una tazza con il loro logo, da portare a casa come ricordo.
Mentre gira per le sale, vede anche che vari corsi sono in fase di svolgimento, tra cui uno di pittura, uno di cucina e uno di puericultura.
Inoltre gli spiegano l'attività che la AGTR svolge per le donne e ragazze che lavorano come lavoratrici domestiche. Principalmente il dare loro quelle conoscenze e quel sostegno necessario per ottenere buone garanzie di rispetto e correttezza da parte dei loro datori di lavoro, e in primo luogo la sicurezza del rispetto dei loro diritti di lavoratrici.

Conosco C. da un po’ di anni e so che non è una persona facile ad entusiasmi… ecco perché quando leggo “è veramente una bellissima struttura, organizzata molto bene, devo dire che ho avuto davvero un’ottima impressione… e poi la signora Blanca è veramente un mito, una persona straordinaria” sono certa che non si tratta di frasi di circostanza, ma di una reazione sincera ad una struttura che lo ha colpito favorevolmente e gli ha lasciato addosso una sensazione decisamente positiva.

Sono davvero felice che Luisa abbia potuto incontrare sul suo cammino persone così brave, che l’aiutano passo passo ad entrare nel mondo, non da bambina a rischio di sfruttamento, ma da donna consapevole capace di crearsi il suo posto e di ottenere il rispetto che merita.

la signora Blanca, Sofia, Sammy e Max
da sinistra: la signora Blanca, Sofia, Sammy e Max

mercoledì 30 ottobre 2013

Guarda chi ho incontrato oggi

Apro la posta e finalmente trovo la mail con quel titolo tanto desiderato: “Guarda chi ho incontrato oggi”.
Mi fiondo sugli allegati e vedo la foto di Luisa, seduta vicino al suo papà, tutti e due sorridenti.
Lo sguardo di Luisa è inconfondibile... dolcissimo!
Scorro tra le foto e poi leggo cos’è successo durante la giornata.
È domenica, ma non una domenica qualsiasi, è la domenica in cui COOPI distribuisce alla Casa de Panchita dei pacchi di alimenti per il sostegno delle famiglie delle ragazze seguite dalla struttura.
Così Luisa e il suo papà sono andati insieme al centro per ritirare il proprio pacchetto... e non solo...
Nel frattempo C. si incontra con Max, il responsabile del SaD di COOPI, in una via vicina al centro. Qualche parola, qualche foto davanti alla struttura e poi entrano.
Ad aspettarli, seduti attorno ad un tavolo ci sono proprio Luisa e il papà, tutti sorridenti.
Dal racconto di C. ho la conferma di cosa avevo intuito dalle lettere che avevo ricevuto in questi anni: Luisa è una ragazzina dolcissima e timida, e ci impiega un po’ prima di iniziare a raccontare qualcosa arrossendo alle domande.
Racconta un po’ di più il papà, parlando del lavoro e della loro vita. Anche qui l’impressione è nuovamente confermata: una persona estremamente buona, che ama i propri figli e li segue con dedizione.
C. mi riporta una frase del papà “il mio rammarico è il non aver potuto studiare, però i miei figli spero che possano farlo”.
Di certo deve quindi essere molto orgoglioso di Luisa, che ama la scuola e si impegna al massimo, come ho avuto modo di vedere dalle pagelle che mi erano state mandate.
Dopo ancora un po’ di chiacchiere, il mio regalino consegnato a Luisa insieme a delle foto, la sua curiosità di sapere dove fossero state scattate e tante sue domande su questa madrina che le vuole bene e che ormai l’accompagna da alcuni anni… ecco il momento dei saluti.
le ho teso la mano per salutarla” mi scrive C. “ma nonostante fosse molto timida, mi ha abbracciato forte e mi ha detto che questo abbraccio era per te e che dovevo riportartelo.”
Sorrido, con gli occhi un po’ lucidi, quell’abbraccio lo sento forte sulla pelle e so che in esso c’è il grande affetto di una ragazzina dolcissima.

Luisa e il suo papà

lunedì 28 ottobre 2013

Il primo incontro

Il primo incontro è nell’ufficio di COOPI.
So che è stato organizzato, ma non so ancora in cosa consisterà.
Ci sarà Luisa? Oppure l’appuntamento è un ritrovo per andare da lei o alla Casa de Panchita? O ancora è una riunione per definire come organizzarsi?
Aspetto (poco pazientemente) fino a quando non mi arriva una mail di C. che spiega che si è trattato di un incontro organizzativo.
Lo han accolto il responsabile del SaD COOPI in Perù, e le ragazze della Casa de Panchita.
A quanto capisco vorrebbero riuscire ad organizzare sia una visita a casa di Luisa, sia una visita alla Casa de Panchita. Insomma vorrebbero potergli dare la possibilità di vedere con i suoi occhi sia la realtà della vita quotidiana di Luisa, sia la struttura che la segue e le sue attività.
Così si accordano per risentirsi nei giorni successivi per fare la prima visita all’abitazione… ma purtroppo questo primo incontro reale con Luisa salta per problemi lavorativi di C.
Sono un po’ dispiaciuta, lo ammetto.
Speravo di leggere una mail dal titolo “guarda chi ho incontrato oggi” e lo speravo già quando c’era stata la riunione alla sede di COOPI. Poi avevo incrociato le dita per questa nuova giornata, ma purtroppo a quanto pare dovrò ancora pazientare qualche giorno.
Anche perché giustamente è importante che prima di ogni cosa vengano portati a termine tutti gli impegni lavorativi. Infatti so bene che questo incontro è un regalo insperato che mi sta facendo la vita e che correttamente deve essere subordinato alle importanti attività giornaliere.
In fondo l’ho detto fin dall’inizio che nelle adozioni a distanza è fondamentale imparare ad avere pazienza, ma a quanto pare… questa lezione non l’ho ancora imparata bene... come sono lente le ore a passare, quando si aspetta...

come sono lente le ore a passare, quando si aspetta...

venerdì 25 ottobre 2013

Una piccola dolce speranza

Il buono di amar raccontare a parenti e amici della bellissima esperienza che si sta vivendo con un'adozione a distanza è che qualcuna di queste persone se ne incuriosisca abbastanza da iniziare a sua volta a partecipare ad alcune attività dell'associazione e a conoscer coloro che si occupano dei progetti di SaD.
E così si possono creare delle situazioni a dir poco... insperate!
Cosa intendo?
Ok, immaginate che una di queste persone coinvolte dal vostro  “chiacchiericcio” sia dovuto andare per lavoro proprio nella città dove vive uno dei ragazzi sostenuti a distanza, cosa fareste se non chiedergli di andare a incontrarlo per voi?
Bene, perché è proprio quello che ho fatto io.
Appena ho saputo che C. sarebbe partito per Lima mi sono affrettata a scrivere a COOPI per sapere se avesse potuto incontrare Luisa per me. Era infatti capitato che tra le molte foto di giri con amici e parenti  spedite a Luisa, ce ne fossero anche alcune con lui e quindi Luisa aveva già avuto modo di “conoscerlo”.
Inoltre le ragazze di COOPI lo avevano a loro volta conosciuto in occasione di alcune giornate dell'associazione a cui avevo preso parte con alcuni amici.
Tutte queste cose mi han portato a provare a chiedere e ad avere fortunatamente una risposta positiva.
Così nel giro di una settimana (questo il tempo tra la mia richiesta e la partenza per il Perù) COOPI si è resa disponibile a organizzare un incontro con Luisa.
Non so ancora se questo potrà realmente avvenire, poiché i problemi logistici possono essere tanti, soprattutto se una persona è lì per lavoro e ha impegni non programmabili, ma la speranza è fortissima.
fronte biglietto per LuisaÉ vero non avrò modo di incontrarla direttamente, ma sarà comunque un modo per sentirla più vicina e... più vera.
Così ho preparato un bigliettino per Luisa e le ho comprato un piccolo regalino, ho impacchettato tutto e consegnatolo a C. prima della sua partenza.
Ora incrocio le dita perché questo incontro possa realmente avvenire, perché Luisa possa toccare con mano che quella madrina a distanza è reale e le vuole bene, pur non avendola mai vista.

martedì 15 ottobre 2013

Preoccupazione...

Le ultime notizie sulla situazione in RCA erano arrivate con il giornale semestrale di COOPI. Più che altro però si trattava di articoli relativi alla piaga dei bambini soldato. Una cosa che credo solo chi ha visto possa comprendere appieno, e mai più dimenticare...
Per il resto le notizie sulla situazione generale della popolazione e dei centri seguiti dal SaD si fermavano a giugno-luglio, quando era uscito l'appello umanitario e quando erano arrivati gli aggiornamenti dei bambini... l'aggiornamento di Abuin...
Il non ricevere notizie mi fa sperare che le scuole siano state riaperte come era stato predisposto, e che a poco a poco, faticosamente, la vita stia riprendendo regolare.
É di oggi però una nuova testimonianza di Natacha, che in RCA segue i progetti del SaD. La sua testimonianza è lì, nero su bianco e mi fa capire che la situazione non è quella che tutti ci aspettavamo e speravamo, è purtroppo ancora molto drammatica.
La scuola non solo non è ricominciata in anticipo per recuperare il periodo perso durante gli scontri... non è proprio iniziata.
Gli scontri non sono finiti, continuano, e la gente vive ancora nella paura, scappando nella foresta per salvarsi.
Alcuni bambini del SaD sono fuggiti con le loro famiglie... cercano salvezza e forse non avranno più modo di ritornare nei centri che li avevano accolti e protetti. Ci saranno padrini e madrine che forse riceveranno la notizia della loro partenza e che riprenderanno in mano le loro lettere e i loro disegni, li guarderanno e poi chiuderanno gli occhi sperando che quei bambini e ragazzi, a loro tanto cari, trovino una strada sicura che li porti a crescere e a diventare uomini e donne in grado di creare un paese di pace.
Io incrocio le dita nella speranza di ricevere notizie di Abuin al più presto.
Incrocio le dita nella speranza che sia sempre al sicuro e con lui la sua famiglia.
Incrocio le dita per poter sapere al più presto che finalmente in Repubblica Centrafricana sia tornate la pace!


festa... l'atmosfera che dovrebbe sempre esserci al CRHAM
foto di COOPI

giovedì 26 settembre 2013

Lettere

Il problema di voler inviare sempre e comunque una lettera ai ragazzi, nasce quando non c’è possibilità di avere una risposta o comunque un riscontro diretto che quella lettera possa essere apprezzata. E con apprezzata non intendo nel suo contenuto, ma almeno nel fatto di essere stata ricevuta.
Decisamente questa è la situazione con Abuin, visti i suoi grossi problemi di salute... e senza contare i gravi problemi attuali della Repubblica Centrafricana...
Cosa mandare ad un ragazzo che ha appena vissuto i momenti drammatici della guerra e che è appena guarito dalla febbre tifoide? Inoltre tutto non scritto, ma disegnato...
Dopo averci pensato vari giorni ho purtroppo la mente più vuota di prima e quindi decido di creargli un biglietto di auguri per il compleanno. Secondo i miei calcoli dovrebbe infatti arrivargli poco prima o poco dopo.
Un biglietto per AbuinLa sua passione è il calcio, quindi cerco un biglietto rotondo, con il disegno di un pallone “sorridente” e dentro riporto gli scarabocchi di auguri. Incrocio le dita e spero che il biglietto lo diverta e magari gli strappi un sorriso.

Situazione decisamente diversa è quella per Luisa.
Infatti con la sua ultima lettera mi ha posto un sacco di domande, nonché una chiara indicazione:
Madrina recuerda que tú también tienes que escribirme muchas cartas y fotos enviarme
E così cerco di rispondere alle sue varie curiosità e rovisto tra le foto per mandarle sia qualcosa di recente, che qualcosa di più vecchio, ma sempre legato alle sue domande.
Per esempio, Luisa è affascinata dalla neve e dal Natale, se poi le due cose coincidono allora è felicissima. La sua lettera arriva a settembre, quindi l’ha scritta durante i mesi estivi, eppure parla della neve e fa riferimento ad una mia vecchia lettera in cui le raccontavo della grossa nevicata che aveva coperto la città.
E così insieme a qualche foto appena scattata, gliene mando di scattate sulla neve, in mezzo ai boschi.
Mi fa un po’ effetto spedire foto invernali con queste belle giornate, ma la sua curiosità deve essere... appagata!

mercoledì 11 settembre 2013

Quella busta troppo grande

L’aggiornamento di Luisa tarda ad arrivare.
Da COOPI mi han avvisata che han dovuto aspettare alcune notizie “fresche” sulla salute della ragazzina e che quindi ci è voluto un po’ più di tempo, in ogni caso so che ora è in viaggio tra un ufficio postale e l’altro.
Sapendo che è già stato spedito, ogni giorno guardo la cassetta delle lettere con sempre maggior impazienza, finché un giorno arrivo e trovo una busta formato A4...
La lettera è di COOPI, ma i formati degli aggiornamenti sono più piccoli... mannaggia! Questa è troppo grande, non vale!!!
Sono molto legata ai progetti di COOPI, ma in questo momento voglio solo ricevere l’aggiornamento non altre informazioni.
Prendo la busta e, con un po’ di fumo che esce dalle narici tipo drago arrabbiato, la apro sbuffando.
Ed ecco la sorpresa!!!
La dimensione della busta è dovuta ad un bellissimo album tutto colorato che Luisa mi ha spedito. È un vero “libro-lettera”, con disegni, adesivi, ritagli dei quaderni scolastici con i commenti delle sue insegnanti e una lunghissima lettera che corre tra le pagine.
Tutto è curatissimo, non c’è una sola piccola cosa lasciata al caso.
Insomma un vero spettacolo!
Deve averci messo tantissimo tempo per prepararlo e di sicuro ci ha messo tantissima cura.
È veramente un lavoro fatto con amore e dedizione.
Sono a dir poco senza parole!!!
Se mai qualcuno potesse aver avuto il dubbio che i bambini e i ragazzi seguiti dai progetti di SaD preparino le lettere per i loro padrini/madrine forzatamente, ecco quel libro-lettera dimostra in maniera inequivocabile che non è così.
Chi scrive, disegna, o anche solo manda un saluto, lo fa perché ne ha voglia e perché comprende quanto il progetto e quei padrini/madrine siano importanti per le loro vite.

Per fortuna ho tardato a preparare le lettere da inviare ai miei ragazzi, perché così posso rispondere al meglio a tutte le domande di Luisa.
Prendo carta, penna, dizionario (e anche libro di grammatica spagnola...) e mi metto all’opera!!!

Quella busta troppo grande

venerdì 9 agosto 2013

E l’aggiornamento?

Lascio passare una notte e poi ripenso alle novità.
Intanto leggo bene cosa dicono di Abuin.
Ecco una bella notizia... Abuin ha ricevuto la mia lettera-disegno ed è stato contento. Meno male, vuol dire che almeno non si annoia guardando quegli scarabocchi. È sempre stato il mio dubbio in fondo... gli piacerà ricevere quelle lettere pasticciate o non le considererà nemmeno?
Ma ecco subito dopo una brutta notizia, fortunatamente finita bene. A quanto pare ha sofferto di febbre tifoide, da cui però è guarito grazie alle cure.
A parte questa notizia c’è qualche riga sul colpo di stato, ma si tratta di cosa che già sapevo avendo cercato notizie costantemente in questi mesi.
Peccato, speravo in notizie reali di cosa era successo a Abuin e alla sua famiglia durante gli scontri e durante la malattia. I suoi genitori staranno bene? Saranno dovuti fuggire a causa degli scontri o più fortunatamente non avranno subito rischio diretto?
Incrocio le dita per questa ipotesi e immagino che in caso contrario me ne avrebbero dato notizia.
E comunque sia c’è da ringraziare di aver avuto notizie e aggiornamenti, visto lo stato di crisi e pericolo in cui si vive attualmente in RCA. Non erano decisamente da dare per scontati... avrebbe potuto non arrivare nulla. E non per inefficienza di qualcuno, ma per la reale situazione del paese.
In compenso, oltre alla scheda di Abuin, trovo un foglio che pone l’attenzione sull’emergenza umanitaria in atto nel paese:
«
Fortunatamente i Centri dei progetti SAD hanno potuto riprendere le loro attività regolarmente.
La scuola però è un diritto che deve essere garantito a tutti i bambini del Paese!
[...] aiutaci a far rientrare a scuola i bambini della regione di Bangui, proprio quelli che non sono sostenuti a distanza e che ora vivono una situazione di estrema difficoltà.
[...] tu sai bene quanto la scuola significhi per loro: istruzione e formazione, ma anche comunità, gioco e affetto.
»
Eh già, mentre io da “donatrice viziata” sono qui a lamentarmi se ho ricevuto o no il numero di righe di aggiornamento che più mi piace, una moltitudine di bambini lotta col quotidiano per riuscire asuperare quello che i cosiddetti adulti han creato e in cui in troppisi sono trovati coinvolti come bambini soldato.
Come sempre devo dire che quella che più ha da imparare da questa adozione, sono proprio io.

giovedì 8 agosto 2013

Quando cambia qualcosa…

Nella buca delle lettere c’è una lettera di COOPI, speravo di trovarle entrambe, ma già una mi rallegra la giornata.
Di chi sarà? Luisa o Abuin?
La apro e tra i fogli spunta fuori un bel disegno... Abuin! Non c’è dubbio!
Il disegno di Abuin
Si si lo so, sotto il disegno c’è scritto che altri bimbi lo han aiutato a fare il disegno, ma sinceramente la cosa mi importa poco. Per quanto mi riguarda Abuin mi ha mandato un disegno e tanto mi basta.
Tiro fuori tutti i fogli e inizio a leggere.
A quanto pare da questa volta ci sono delle novità, invece di spedire ogni volta l’aggiornamento del bimbo e della struttura che lo ospita, gli invii saranno divisi in questo modo:
- aggiornamento estivo sul bimbo, con le sue lettere e i suoi disegni
- aggiornamento invernale con foto del bambino e informazioni sul progetto inquadrato nella società in cui vive, nel tentavo di far comprendere maggiormente cosa significano i progetti all’interno della comunità.
Ok, lo confesso, la mia prima reazione è un po’ di... delusione.
Mi piaceva il poter avere due volte l’anno le notizie sul bambino, sulla sua salute e la sua vita, ecc. E questo cambiamento mi fa sentire come se avessero creato un maggiore distacco tra me e lui.
Cerco di capirne il motivo e ipotizzo che il cambiamento sia dovuto ad una problematica di gestione dei molti aggiornamenti e per i molti bimbi che beneficiano del SaD.
Curioso velocemente sul sito:
2.719 bambini sostenuti - 8 paesi di intervento – 27 progetti in corso (e per la precisione 175 bambini in attesa di sostegno...)
Riportando quei numeri sugli aggiornamenti vuol più o meno significare questo:
27 responsabili dei centri, inviano da 8 nazioni diverse, 2.719 comunicazioni al centro qui in Italia. 2.719 comunicazioni che comprendono ognuna sia la situazione del bambino, che foto, disegni, lettere...
È quindi comprensibile, e anche giusto, che per numeri di questo tipo abbiano dovuto creare una procedura che permettesse di avvisare sempre tutti in tempi ragionevoli. Forse la procedura iniziale, sebbene più personale e emotivamente molto più coinvolgente per i donatori, comportava problemi logistici sempre meno gestibili con il fortunato aumento di bambini sostenuti a distanza.
In fondo prima di dire “preferivo prima” è bene che aspetti ancora un po’ di tempo per vedere in cosa consisteranno gli aggiornamenti futuri e capire quindi al meglio quali informazioni arriveranno.
Chissà, forse la reazione “di getto” si dimostrerà errata e le informazioni gestite in maniera differente permetteranno di avere una visione più completa del bambino e della realtà in cui vive.

venerdì 28 giugno 2013

Emergenza Umanitaria

Pochi giorni fa sul sito di COOPI è uscito un appello chiaro e diretto:
«
»

A questo punto provo a chiedere qualche informazione più diretta su Abuin e gli altri bambini del Crham.
Come sempre la risposta arriva dopo poco, il tempo materiale di contattare la responsabile dei progetti SaD in RCA, per avere notizie il più recenti possibili, e quindi informarmi.
Devo dire che in situazioni come questa mi rendo conto di quanto io sia grata a Diana, che segue il SaD qui in Italia, perché davvero riesce dare a noi padrini/madrine tutte quelle informazioni di cui abbiamo bisogno per riuscire davvero a seguire i bambini e i ragazzi che sosteniamo. Ad ogni dubbio risponde sempre velocissimamente e con chiarezza, riportando la situazione così com’è, senza abbellimenti o peggioramenti.
Più volte in questi anni ho avuto il riscontro pratico e concreto di questa sua disponibilità e attenzione e davvero le sono infinitamente grata.
Grazie a questa sua disponibilità vengo quindi a sapere con certezza, che il Crham non è stato saccheggiato e tutti i bambini sono stati risparmiati dagli avvenimenti. È inoltre stato chiuso per un mese e mezzo per ragioni di insicurezza, ma che ora ha riaperto e le attività hanno ricominciato normalmente.
La situazione non è decisamente ancora buona, perché ci sono continue tensioni e gli attacchi non sono ancora cessati. La gente ha paura ma cerca di riprendere la propria vita uscendo di casa e ricominciando le attività giornaliere.

Incrocio le dita perché la situazione si stabilizzi il più in fretta possibile.
Nel frattempo quello che si può fare da qui è sostenere i progetti delle associazioni che operano in RCA e che aiutano la popolazione ogni giorno, sia nell’emergenza degli attacchi che nel recupero della vita normale.

lunedì 8 aprile 2013

La situazione in Repubblica Centrafricana peggiora

La situazione in Repubblica Centrafricana è purtroppo peggiorata drasticamente.
Cerco il più possibile notizie sui siti di COOPI o altre associazioni come Emergency (che stimo moltissimo) e seguo le loro pagine facebook per vedere se aggiungono notizie aggiornate.
Lo scorso 24 marzo i ribelli sono entrati a Bangui. Moltissime sedi di associazioni sono state assaltate, ma da quanto ho compreso la sede di COOPI e i loro centri sono stati risparmiati, tuttavia i cooperanti hanno dovuto evacuare la città e rifugiarsi precipitosamente a Bétou, una cittadina in Congo Brazzaville, sulle sponde del fiume l’O bangui che separa il Congo Brazzaville dalla RCA e dalla RDC.
Leggo tutta la testimonianza di Benedetta Di Cintio sull’evacuazione con grande apprensione e continuo a seguire gli aggiornamenti che arrivano abbastanza repentini in questi giorni.

Poco dopo la testimonianza sull’evacuazione, trovo anche la testimonianza di Natacha, responsabile dei progetti di sostegno a
distanza di COOPI in RCA.
Ci sono frasi che mi fanno tirare un sospiro di sollievo come questa:
« Ho subito chiamato i responsabili di ogni struttura. Stanno tutti bene : per fortuna nessuno dei nostri Centri è stato saccheggiato »

Ma ce ne sono anche molte altre che mi preoccupano non poco:
« la mattina di domenica 24 marzo, i ribelli sono entrati a Bangui ; la popolazione attonita li osservava dirigersi a piedi o sui camion verso il palazzo residenziale e nel giro di poco è iniziato il terrore: tiri di arma da fuoco, negozi e case saccheggiate, morti e feriti. »

Penso al terrore della gente che si sta vedendo cadere addosso il mondo; sì certo, ci sono già passati altre volte in situazioni del genere, ma credo che alla paura della guerra non ci si abitui mai, anzi.
Soprattutto penso a Abuin, che vive proprio a Bangui con i genitori, penso al fatto che non può camminare, se non pochissimo e molto lentamente. Come potrebbe mettersi in salvo dalle aggressioni e dalle razzie? E penso ai suoi genitori, che nonostante le enormi difficoltà per una famiglia con un figlio disabile, han sempre cercato di aiutarlo a stare bene e a vivere con dignità. Certo non lo lasceranno nemmeno ora e affronteranno i pericoli in Bangui.

« abbiamo vissuto momenti di panico: siamo rimasti senza acqua né elettricità per tre giorni, chiusi in casa per la paura e, nonostante il capo dei ribelli avesse comandato di non sparare alla popolazione, diversi colpi sono partiti ferendo molte persone e facendo anche alcuni morti.
[...] Non è la prima volta che viviamo un Colpo di Stato e ogni volta il Paese ritorna al suo stato primitivo. Per ora i ribelli non sono ancora disarmati e in città fanno quello che vogliono; piano piano si sta tornando al lavoro ma abbiamo ancora paura di uscire di casa.
Per fortuna, tutto è successo nel periodo delle vacanze di Pasqua e i bambini sono ancora a casa »

Aspetterò ancora qualche giorno, poi in caso chiederò qualche informazione specifica su Abuin e sui bambini seguiti dal Crham. Sono tutti bambini con disabilità e questo li rende ancora più vulnerabili in questa terribile situazione...



Oggi però è arrivata anche una buona notizia: finalmente ecco le notizie sulla salute di Luisa.
A quanto pare le cure sono servite perché sta molto meglio e non ha più i problemi di emicrania.
Questa volta niente foto o lettere, ma un disegno bellissimo.

Luisa si è rappresentata felice e sorridente in mezzo a me e a mia mamma e ci tiene per mano.
Grazie Luisa!

mercoledì 20 febbraio 2013

Ancora un po’ di attesa

Puntualissima ecco la lettera con gli aggiornamenti su Abuin, ma quella di Luisa non c’è.
Dall’associazione mi avevano avvisata che Luisa aveva avuto dei problemi di emicrania e prima di mandarmi gli aggiornamenti volevano accertarsi che avesse avuto tutte le visite e le cure necessarie.

Dovrò quindi aspettare ancora un po’...

venerdì 18 gennaio 2013

Crisi in Repubblica Centrafricana

Sto tenendo d’occhio le notizie che arrivano dalla Repubblica Centrafricana:

Le prime righe dell’articolo recitano:
«
Dagli inizi di dicembre, la Repubblica Centrafricana sta vivendo un periodo di grande tensione politica: alcune fazioni anti-governative, riunite nell'Alleanza (la "Séléka"), hanno iniziato a conquistare militarmente il Paese, fermandosi minacciosamente alle porte della capitale, Bangui. Nonostante gli accordi per risolvere pacificamente il conflitto, che si sono svolti in Gabon pochi giorni fa, il futuro appare ancora incerto.
»

La situazione non è delle migliori e quindi preferisco chiedere in ufficio a COOPI qualche informazione in più.
Diana, la ragazza che si occupa del SaD, mi risponde come sempre velocissima e esauriente.
A quanto pare nelle settimane scorse ci sono stati dei negoziati di pace e la situazione è abbastanza tranquilla.
I centri COOPI nella capitale han continuato le loro attività e i bambini sono andati a scuola evitando solo escursioni fuori da Bangui.
Questo mi rassicura un poco per Abuin e la sua famiglia.
Spero che tutto torni alla normalità il prima possibile.