venerdì 9 ottobre 2015

Il sogno di Robi e il muro della realtà

Nell’ultimo aggiornamento arrivato lo scorso luglio c’erano le lettere dei bambini, con i loro sogni e le loro speranze, i loro racconti e i loro disegni.
Robi è piccolo, non riesce ancora a scrivere da solo una lettera in francese da mandare a padrini lontani e così la sua lettera è scritta materialmente da una delle persone che lo seguono.
Ho visto le foto di Robi mentre guardava i nostri bigliettini e disegni e così lo immagino vicino al suo responsabile mentre insieme scrivono la sua risposta.

“Cosa vuoi dire ai tuoi padrini Robi? Raccontiamo come vivi? E cosa vuoi fare da grande?”
“Sì sì, voglio fare anche io l’ingegnere come il mio padrino!”

E così ecco le sue frasi trascritte per lui su carta, in bella copia:

Il sogno di Robi

Leggere quelle righe mi crea da un lato un grande piacere perché mi fan sperare che Robi voglia crescere e imparare cose belle, ma allo stesso tempo mi procura una piccola fitta al cuore, perché Robi abita in Repubblica Centrafricana dove da poco sono nuovamente ricominciate le violenze e l’assurdità della guerra civile.
Eppure, nonostante la tremenda esperienza della guerra, il sogno di un bambino è sempre quello... crescere e avere una vita felice!

Nonostante tutto nella lettera che gli disegno/scrivo provo a dirgli di seguire i suoi sogni perché è grazie a quelli che si può fare tanto anche per il paese in cui si vive:

Il sogno di Robi

A dire il vero, gli ultimi sviluppi in Centrafrica non mi fan ben sperare nemmeno che la mia lettera potrà essergli consegnata con facilità...
Come riportano gli articoli in rete delle associazioni:
«[...] la maggior parte delle organizzazioni umanitarie ha dovuto sospendere o ridurre le attività ed evacuare parte dello staff »

Facile ipotizzare che le lettere dei sostenitori siano quindi ora l’ultima preoccupazione, ed è giusto così.
L’unica cosa importante è che i bambini, le loro famiglie e gli operatori siano al sicuro. Ma anche per avere queste notizie si dovrà aspettare molto tempo...

Il confronto tra quel sogno infantile è così stridente con il muro della realtà della guerra e delle violenze nuovamente scoppiate in RCA.
L’unica speranza è che pian piano la follia che corre nel paese si plachi, il sogno diventi qualcosa di realizzabile e che mai si trasformi solo in un’utopia. 

lunedì 22 giugno 2015

E poi ci sono quelle sorprese...

E poi ci sono quelle sorprese che ti cambiano la giornata!
Siamo a giugno e il tempo di ricevere le lettere dei bambini si avvicina, ma non è ancora arrivato. L’attesa cresce, ma come sempre la pazienza deve dare un freno alla voglia di aprire la buca delle lettere ogni giorno sperando in un invio anticipato.
Ovviamente la mia pazienza non ha poi così tanta forza e rigorosamente ogni sera caccio il naso nella cassettina della posta per ritirarlo fuori un po’ deluso e con una vocina che gira in testa “te l’avevo detto... devi avere pazienza!!!”
Mi trattengo anche dallo scribacchiare mail moleste all'associazione sperando di avere qualche informazione in anticipo... si lo so che aspettare tranquilla sarebbe la cosa più normale, ma per quanto alleni la mia pazienza da 5 anni, credo di non averla ancora resa abbastanza forte da non farmi arrivare a luglio con la curiosità che saltella da tutte le parti...
E poi capitano quelle cose che non ti aspetti...
come aprire una mail e...:
«
mi hanno appena inviato le foto che sono state fatte a Robi quando gli hanno consegnato e letto la vostra lettera.
Le trovi in allegato

Ti riporto le parole di Trinidad:

Siamo andati tutti e tre in un prato e il referente della scuola ha letto la lettera al bambino (Robi parla Sango e gli è stato tradotto il contenuto dal francese).
Dovresti avere visto come era contento questo bimbo quando ha visto  i disegni di una tartaruga che i sostenitori stessi hanno fatto...
»

Apro immediatamente gli allegati e trovo una foto bellissima di Robi, seduto per terra nel prato, con in mano la letterina che gli avevamo spedito lo scorso febbraio e sul visetto un’espressione bellissima.
Ripenso a quando l’avevo scritta e a quando avevo pensato di attirare la sua attenzione facendo il disegno della tartarughina che vive con noi in casa, sperando che gli piacessero gli animali.
Che bello sapere che proprio quel piccolo disegnino lo avesse così divertito.
Dietro quella foto però non c’è solo la soddisfazione di averlo fatto sorridere con un disegno, ma c’è anche la contentezza di vederlo sereno nonostante la guerra e le terribili violenze che hanno imperversato in Repubblica Centrafricana.
Quella breve mail e le foto in allegato sono stata una sorpresa bellissima e carica di emozioni... la dimostrazione stessa di come sia possibile far sorridere un bambino dall'altra parte del mondo e sentirsi riscaldati da quel sorriso.


E poi ci sono quelle sorprese...

martedì 9 giugno 2015

Centrafrica, Trinidad e le notizie dal campo

Ormai lo so, la cosa che si deve imparare prima di ogni altra quando si ha attivato un’adozione a distanza, è la pazienza.
Gli aggiornamenti sono solo due all'anno e tendenzialmente non si chiedono notizie aggiuntive all'associazione che segue i bambini. Come potrebbero infatti rispondere ad ogni donatore che chiede informazioni ogni poco tempo? Finirebbero per passare le ore del giorno a rispondere alle domande invece che portare avanti le attività dell’associazione stessa.
Però ci sono dei casi in cui si può fare un piccolo strappo alla regola… quelli in cui il bambino che stai seguendo viva in un paese devastato da una guerra, dove il rischio di morte e aggressioni è altissimo.
Robi vive proprio in Repubblica Centrafricana e la preoccupazione che possa accadergli qualcosa (soprattutto dopo la scomparsa di Abuin un anno fa) si fa sentire ogni giorno.
Senza contare che le notizie che arrivano non sono sempre chiare e che bisogna rovistare in internet per trovare aggiornamenti perché, a quanto pare, la guerra in Repubblica Centrafricana ha l’abitudine di passare inosservata nei canali di informazione più comuni.
Così l’altro giorno ho deciso di scrivere a Diana, la ragazza che per COOPI si occupa del Sostegno a Distanza in RCA, e di chiederle notizie su cosa stia avvenendo realmente nel paese, soprattutto dopo la conferenza di pace che si è tenuta poco tempo fa e che crea un briciolo di speranza di serenità.
Come sempre la risposta alla mia domanda non tarda ad arrivare. Diana ha infatti contattato subito Trinidad, che è attualmente sul campo ed ecco le sue parole:
«
Alla nostra donatrice che ti ha scritto per chiederti informazioni puoi dire che la situazione in Centrafrica è molto migliorata anche se non si può dire che il paese sia tranquillo. Un mese fa, c'è stata una conferenza di pace che ha riunito i rappresentanti dei gruppi armati che hanno firmato un accordo di disarmo e di pace. Qualche giorno dopo questa conferenza, 357 bambini soldato sono stati liberati.

L'arrivo della missione di pace, i caschi blu, delle Nazione Unite ha contribuito a migliorare la situazione, almeno sul piano politico e di sicurezza perché la situazione economica è un disastro. Il Centrafrica era già, prima della crisi, il sesto paese meno sviluppato del mondo, secondo l'ONU, malgrado le risorse naturali di cui dispone (oro, diamanti, legno di buonissima qualità). La guerra tra i gruppi armati, le persecuzioni religiose tra le diverse comunità e l'insicurezza, che hanno causato migliaia di morti, hanno contribuito ad aumentare la miseria del 80% della popolazione che vive sotto la soglia di povertà.

Nel 2013, il PIL della Centrafrica è calato del 37%. Circa un milione di persone sono fuggite dalle loro case (più o meno, 400.000 sono diventati rifugiati in altri paesi ed il resto sfollati interni). Il paese, adesso, è il terzo più povero del mondo. La metà delle scuole sono state distrutte, almeno 5.000 persone uccise, e non si conosce ancora quante persone, donne, bambini ed uomini, hanno subito abusi sessuali gravissimi.

Tutto questo per dirti che il sostegno che ricevono i nostri bambini è più necessario che mai, tra l'altro come il resto del lavoro che COOPI fa qui con le vittime della violenza, i rifugiati, gli sfollati, etc.

Grazie
A presto
Trinidad
»

Leggo e rileggo.
Non si tratta di notizie specifiche sul bambino e sulla struttura che lo segue, ma almeno sono notizie che arrivano direttamente dal paese e, se chi è lì ora, definisce la “situazione molto migliorata anche se non si può dire che il paese sia tranquillo” vuol dire che si può sperare che la follia omicida che ne ha percorso le strade si stia placando.
Tra un mese dovrebbe arrivarmi anche l’aggiornamento specifico su Robi e saprò se è al sicuro con la sua mamma, ma sono certa che se ci fossero stati dei problemi Diana mi avrebbe avvisata subito.

Notizie dal Centrafrica?

mercoledì 18 febbraio 2015

Non ci sono scuse

Come ogni febbraio mi trovo a preparare lettere e biglietti per i bimbi.
Devo ammettere che, da quando è cambiata la gestione degli aggiornamenti, faccio un po’ più fatica ad inventar cose nuove da raccontare per creare letterine carine.
L’aggiornamento di gennaio infatti non contiene loro lettere, ma la fotografia e un aggiornamento generale dei progetti del paese in cui loro vivono… e nessuna lettera vuol dire in poche parole “nulla a cui rispondere”, ma solo qualcosa di nuovo da inventare.
Per fortuna con l’aggiornamento di agosto arriveranno invece i loro disegni e racconti e quindi rispondere sarà molto più facile.
La possibilità di “non scrivere per una volta” decisamente non mi sfiora. Ho sempre pensato che ogni bambino abbia il diritto di ricevere la propria lettera e che per nessun motivo si debba a venir a creare la situazione che tutti i compagni ricevano qualcosa e loro no.
Ma dopo la lettera di Luisa dello scorso agosto ho capito che non si tratta solo di un “non fare diseguaglianze”, bensì del rispondere ad una vera attesa che loro provano.
Le sue parole mi girano sempre in mente:

Lettera Luisa

Quindi, difficoltà o no di ideare nuove storie, quelle lettere devono arrivare a destinazione.
E non regge nemmeno il discorso di “mannaggia non ho tempo, non ce la faccio proprio”.
Posso dire per esperienza che se si vuole quel tempo lo si trova, anche se si è nel bel mezzo di un trasloco di casa, o con tempi stretti a lavoro o addirittura con problemi di salute da farti finire in ospedale in terapia del dolore.
In poche parole: NON CI SONO SCUSE!

martedì 20 gennaio 2015

Sempre un'emozione

Ogni volta che arrivo a casa e vedo nella buca delle lettere la busta di COOPI è sempre un'emozione.
Certo di lettere ne arrivano molte, anche da COOPI stessa, ma la lettera con l'aggiornamento dei bambini ha un formato particolare e basta vederla, lì nella cassettina, per sapere cosa contenga.
Oggi è arrivata quella di Robi!
Quella di Luisa è invece ancora in viaggio, ma di certo si tratta ormai di pochi giorni e anche lei sarà nelle mie mani.

L'aggiornamento di gennaio (sì lo so l'associazione lo considera di dicembre quando lo spediscono, ma a me arriva sempre a gennaio...) non è direttamente specifico sul bambino, tranne che per la sua bella foto.
Eccolo lì, Robi, con i suoi pantaloni un po' corti e la giacchina con il cappuccio calato sulla testa. Lo sguardo sempre un po' triste di chi dovrebbe poter passare il tempo a giocare con i compagni e invece deve far i conti con una guerra assurda creata da quelli che si ritengono “gli adulti” “i grandi”. Un bambino di pochi anni non dovrebbe nemmeno sapere cosa significa il termine guerra, figuriamoci viverci dentro... come si può stupirsi del suo sguardo triste anche se tanto tanto dolce?
Le notizie che leggo sulla scheda aggiornata dei progetti in RCA non sono purtroppo molto confortanti. Gli scontri continuano e la vita serena è più che altro un miraggio. Ma per fortuna i centri cercano di portar avanti le loro attività, anche se in maniera ridotta.
A quanto pare negli ultimi mesi nessun bambino seguito dai centri COOPI è più “scomparso”, così come era invece avvenuto a inizio anno quando molti erano fuggiti con le loro famiglie, così come aveva fatto anche Abuin.
Ci sono stati però vari casi di malattie gravi, come tubercolosi o anemia falciforme, o bambini in attesa di interventi chirurgici. Per fortuna il Sostegno a Distanza serve anche a dar a questi piccoli le cure mediche di cui necessitano, oltre che a garantir loro l'istruzione e gli aiuti alimentari.
Nonostante la guerra stia rubando a questi bimbi la possibilità di una vita normale, i centri cercano di portar avanti il loro impegno e poco importa se il rendimento scolastico degli studenti è stato basso quest'anno (come si fa a concentrarsi col terrore di chi sa che si è in costante rischio di aggressioni?) o se non si è potuto destinare fondi a materiale ludico e a momenti di gioco. L'importante è che le scuole siano state riaperte, che i bambini siano stati curati e che ci siano persone che ogni giorno li aiutino a imparare che un altro mondo è possibile e che bisogna impegnarsi fin da piccoli per renderlo migliore.
Tutta la mia ammirazione va a queste persone!
Che giorno dopo giorno dedicano la loro vita a far crescere quei bambini che domani saranno “gli adulti”, si spera più saggi di quelli attuali, e che potranno decidere che mondo vorranno costruire portando con sé quell'insegnamento che gli è stato donato con tanta dedizione.

Quella lettera è sempre un'emozione